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Uno dei principali motivi che porta chi ne ha davvero bisogno a non mettere l’apparecchio ai denti in età adulta è l’estetica: per ovviare a questo problema nella maggior parte dei casi è possibile utilizzare il trattamento di ortodonzia invisibile.

Nel nostro studio di Bollate il giorno 13 dicembre 2019 visiteremo tutti coloro che vogliono sapere come funziona l’ortodonzia invisibile e come cambierà il loro sorriso una volta finito il trattamento con questo apparecchio: ti interessa? Ecco tutto quello che c’è da sapere!

 

Dove?

Il 13 dicembre 2019 nel nostro studio di Bollate, in via Silvio Pellico, 11.
(Dir. San. Dott. Aleksandra Kovalenko - Albo degli Odontoiatri di Milano n. 5757)

 

Cosa?

Prenota la tua visita per scoprire in soli 30 minuti come potrà essere il tuo sorriso dopo aver usato l’apparecchio invisibile.

Utilizziamo una tecnologia innovativa in grado di elaborare in anteprima tutto il percorso di riallineamento dei denti tramite un modello digitale 3D che verrà creato attraverso una scansione della tua dentatura.

Il risultato? Puoi subito vedere il modo in cui i tuoi denti si sposteranno durante il tempo richiesto dal trattamento di ortodonzia invisibile per poter avere un’idea del risultato finale, ancora prima di iniziarlo.

 

Cos’è l’ortodonzia invisibile?

È l’apparecchio che non si vede e che riallinea i tuoi denti e trasforma il tuo sorriso senza le pesanti rinunce e i fastidiosi inestetismi del classico apparecchio di metallo; prevede l'utilizzo di una serie di allineatori (mascherine) trasparenti rimovibili che vanno sostituiti ogni due settimane (scopri tutto quello che vuoi sapere su sull’ortodonzia invisibile in questa pagina).

 

Come posso prenotare una visita?

Seleziona un orario tra quelli disponibili nel calendario qui sotto e poi completa il form con i dati richiesti!

Ti aspettiamo!

Dir. San. Dott. Aleksandra Kovalenko - Albo degli Odontoiatri di Milano n. 5757

Sì, anche i bambini possono avere la parodontite: è raro che un bambino piccolo soffra di parodontite, ma è comunque possibile, ad esempio se un’eventuale gengivite non viene diagnosticata e curata, passando a uno stadio più grave.

Più propensi a soffrire di parodontite sono invece gli/le adolescenti per le oscillazioni ormonali, per le abitudini alimentari e lo stile di vite.

NNon è detto che un soggetto affetto da parodontite debba perdere i denti; tuttavia, la perdita di uno o più denti è una conseguenza possibile nei casi in cui la parodontite è grave e non viene trattata in modo adeguato.

La gengivite è un’infiammazione superficiale delle gengive causata da un’igiene orale non adeguata (la placca si accumula formando il tartaro che, indurendosi, risulta impossibile da togliere con lo spazzolino e i batteri che lo compongono irritano le gengive).

La parodontite si manifesta invece quando l’infiammazione non interessa solo le gengive, ma arriva fino al parodonto, ovvero i tessuti circondano il dente.

Mentre la gengivite è facilmente risolvibile e - se trattata - non ha conseguenze particolarmente gravi, la parodontite necessità di trattamenti più complessi e può portare alla perdita dei denti ma anche all’insorgenza di altre patologie (Alzheimer, diabete, psoriasi, disfunzione erettile, problemi cardiaci, etc.).

La parodontite è una malattia delle gengive, ovvero dei tessuti che tengono i denti fermi al loro posto; è chiamata anche periodontite o parodontopatia (nel passato veniva chiamata “piorrea”).

Se la placca nel cavo orale non viene rimossa, i batteri che la compongono possono dare origine a varie infezioni tra cui anche la parodontite.

I sintomi più comuni della malattia parodontale sono i seguenti:

Quando appare una carie è perché i tessuti dentali (smalto e dentina) sono stati distrutti e, di conseguenza, si produce una perforazione nel dente.

La carie è quindi una malattia di origine batterica (causata dai batteri cariogeni): questi batteri utilizzano i resti degli alimenti che rimangono nel cavo orale per produrre un acido che attacca i denti causandone la demineralizzazione.
Le carie vengono eliminate attraverso gli interventi di conservativa (otturazioni); Nel caso in cui la carie sia ormai troppo profonda e abbia intaccato la polpa dentale, può essere necessario procedere con un trattamento di endodonzia (devitalizzazione).

Per poter eseguire un intervento di implantologia (quindi mettere un impianto dentale) è necessario che il paziente abbia un osso in grado - per qualità e quantità - di sostenere l’impianto.

Purtroppo, questo non sempre è possibile; ci sono casi in cui i pazienti presentano un grave deficit osseo, una condizione che non permette il caricamento di un impianto dentale poiché l’osso non sarebbe in grado di supportarlo.

Quando questo accade si può ricorrere a diverse soluzioni a seconda del caso: di una abbiamo già parlato sempre qui sul blog e sono gli impianti zigomatici (impianti dentali che vengono caricati sull’osso dello zigomo).

Gli impianti zigomatici però vengono presi in considerazione solo in caso di importanti atrofie del mascellare superiore dove non è possibile mettere in pratica le tecniche di rigenerazione ossea che danno la possibilità anche a chi soffre di gravi deficit ossei di potersi sottoporre a un intervento di implantologia.

La rigenerazione ossea (o rigenerativa ossea o ricostruzione ossea) però, non viene applicata solo nell’implantologia; ci sono altri casi che portano i pazienti ad avere bisogno di rigenerare l’osso della mandibola o della mascella, sebbene non abbiano bisogno di un impianto dentale (ad esempio nel caso dell’aumento delle creste ossee a scopo protesico).

Per conoscere le tecniche di rigenerazione ossea più comuni e ciò che porta i pazienti ad averne bisogno abbiamo intervistato il dottor Sergio Migliorati, dottore in Odontoiatria e Protesi Dentaria che si occupa di Parodontologia e Implantologia negli studi Brush.

Quali sono i casi in cui è necessario un intervento di rigenerazione ossea?

Molto spesso questi interventi vengono eseguiti in pazienti che hanno bisogno di un impianto dentale ma che non hanno un osso che possa supportarlo in maniera adeguata; questo succede ad esempio in pazienti anziani che sono stati molto tempo senza denti poiché - se l’osso non viene stimolato dalla dentizione - con il tempo può riassorbirsi, oppure nei casi di estrazioni in zone estetiche (nella parte anteriore) dove il riassorbimento naturale della cresta ossea può creare un inestetismo dopo il posizionamento di un impianto e della sua corona.

Tuttavia ci sono altre situazioni che determinano una perdita di osso che può risolversi con la rigenerazione ossea:

Quali sono gli interventi di rigenerazione ossea più comuni?

Quelli più utilizzati sono gli innesti ossei che possono essere praticati senza l’ausilio di altri dispositivi oppure utilizzando membrane riassorbibili.

Nei casi più complessi, poi, può essere necessario utilizzare griglie in titanio (chiamate anche mesh) che, dopo qualche tempo, devono essere rimosse con un piccolo intervento.

Cosa sono gli innesti ossei?

Si tratta di piccoli trapianti ossei; l’osso trapiantato può venire dallo stesso paziente (innesto autologo) oppure da biomateriali di origine sintetica o animale (innesto eterologo).

Negli studi BlueSmile utilizziamo biomateriale di origine sintetica.

Gli innesti permettono di aumentare sia lo spessore che l’altezza dell’osso della mascella o della mandibola dove si deve caricare l’impianto; sono molto utilizzati soprattutto nell’osso della mascella con la tecnica chiamata rialzo o elevazione del seno mascellare.

Con questa gli innesti ossei dopo qualche mese dall’intervento (di solito quattro / cinque mesi ) è possibile raggiungere il livello di quantità ossea necessario per caricare un impianto.

Cosa sono le membrane per innesti?

Non sempre l'integrazione dell’innesto nella mascella o nella mandibola è automatica; a volte è necessario utilizzare delle membrane che sostengono il trapianto in modo tale che questo non si muova finché non è del tutto integrato con il resto dell’osso.

Le membrane possono essere sintetiche (come quelle che usiamo negli studi BlueSmile) o di molecole biologiche come il collagene.

Queste membrane sono riassorbibili, quindi non è necessario rimuoverle in un secondo momento poiché vengono assorbite dall’osso.

Perché si usano le mesh in titanio?

Queste griglie in titanio sono necessarie nei casi di rigenerativa ossea più complessi, quando le membrane riassorbibili non sono abbastanza contenitive.

Dopo circa quattro / cinque mesi da quando vengono messe al paziente devono essere rimosse con un breve intervento.

Come si può sapere se soffriamo di perdita ossea?

Per saperlo è necessario sottoporsi a una TAC tridimensionale delle arcate dentarie che consente di avere una visione molto dettagliata della condizione e spessore dell’osso residuo e della sua qualità, tutti fattori che incidono nella decisione della eventuale tecnica di rigenerazione ossea da applicare.

Prima della TAC, come sempre, è necessaria una prima visita conoscitiva durante la quale il dentista può valutare la situazione del cavo orale del paziente e valutare il trattamento più idoneo a seconda del caso specifico.

Negli studi Brush abbiamo la possibilità di eseguire la TAC direttamente in sede: per prenotare una visita nei nostri studi di Vimercate, Bollate o Desio è sufficiente contattare telefonicamente lo studio in cui si desidera recarsi oppure completare il formulario online.

Soffri di deficit osseo e sei interessato agli interventi di rigenerazione? Scrivici!

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Bollate, Dir. San. Dott. Michele Codari • Vimercate, Dir.San.Dott.Sergio Migliorati • Desio, Dir. San. Dott. Gaetano Baglioni • Bresso, Dir. San. Dott. Salvatore Mirabile
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